Gianni Schicchi  

Giacomo Puccini (Lucca 1858 - Bruselas 1924) compuso esta obra como última parte del "Trittico" (Il Tabarro, Suor Angelica), pero debido al gran éxito alcanzado desde su estreno, es la única obra del Trittico que se la suele representar por separado.

El autor del libreto, en un acto, es Giovacchino Forzano (Florencia 1884 - Roma 1970) que se inspiró en el "Infierno de la Divina Comedia" de Dante. La trama es divertida e inteligente y ha conseguido auparse en lo más alto de la comedia operística italiana.

El estreno, junto a Il Tabarro y Suor Angelica, tuvo lugar el 14 de diciembre de 1918 en el Metropolitan Opera House de Nueva York.

Personajes

GIANNI SCHICCHI

LAURETTA

BUOSO DONATI

ZITA

RINUCCIO

GERARDO

NELLA

GERARDITO

BETTO

SIMÓN

MARCOS

LA CIESCA

MAESTRO SPINELLOCCIO

SEÑOR AMANTIO

PINELLINO

GUCCIO

Campesino, 50 años.

Hija de Gianni, 21 años.

Rico y Tacaño Hacendado, Difunto.

Prima de Buoso, 60 años.

Sobrino de Zita, 24 años.

Sobrino de buoso, 40 años.

Esposa de Gerardo, 34 años.

Hijo de Rinuccio y Nella, 7 años.

Cuñado de Buoso.

Primo de Buoso, 70 años.

Hijo de Simón, 45 años.

Esposa de Marcos, 38 años.

Médico de Buoso

Notario

Zapatero

Tintorero

Barítono

Soprano

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Contralto

Tenor

Tenor

Soprano

Contralto

Bajo

Bajo

Barítono

Mezzosoprano

Bajo

Barítono

Bajo

Bajo

La acción se desarrolla en Florencia, el día 1 de septiembre del año 1299

(camera di Buoso Donati in Firenze.
Silenzio. Buoso è morto, gli parenti sono,
sì in ginocchio)


ZITA

Povero Buoso!

SIMONE

Povero cugino!

RINUCCIO

Povero zio!

LA CIESCA, MARCO

Oh! Buoso!

NELLA, GHERARDO

Buoso!

BETTO

O cognato! o cognà...

(E' interrotto perché Gherardino butta in terra una
sedia e i parenti, con la scusa di zittire Gherardino,
fanno un formidabile sciii sul viso a Betto)


GHERARDO
Io piangerò per giorni e giorni.

(a Gherardino che si è alzato e lo tira
per la veste dicendogli qualche cosa)


Sciò!

NELLA

Giorni? Per mesi!

(come sopra)


Sciò!

LA CIESCA

Mesi? Per anni ed anni!

ZITA

Ti piangerò tutta la vita mia!

LA CIESCA, MARCO

Povero Buoso!

ZITA

(allontanando Gherardino, seccata, si volge
a Nella e a Gherardo)

Portatecelo voi, Gherardino, via!

(Gherardo si alza, prende il figliolo per un braccio e,
a strattoni, lo porta via dalla porticina di sinistra)


ZITA, LA CIESCA, RINUCCIO,
MARCO, SIMONE

Oh! Buoso, Buoso, tutta la vita
piangeremo la tua dipartita!

LA CIESCA

Piangerem tutta la vita!

RINUCCIO

Piangerem!

ZITA

Buoso! Buoso!

(Betto, curvandosi a sinistra, mormora
qualcosa all'orecchio di Nella)


NELLA

Ma come? Davvero?

BETTO

Lo dicono a Signa.

RINUCCIO

(Curvandosi fino a Nella, con voce piangente)

Che dicono a Signa?

NELLA

Si dice che...

(Gli mormora qualcosa all'orecchio)


RINUCCIO

Giaaa?

BETTO

Lo dicono a Signa.

LA CIESCA

(Curvandosi fino a Betto, con voce piangente)

Che dicono a Signa?

BETTO

Si dice che...

(Le mormora qualcosa all'orecchio)


LA CIESCA

Noooo!
Marco, lo senti che dicono a Signa?
Si dice che...

(Gli mormora qualcosa all'orecchio)


MARCO

Eeeeh?

BETTO

Lo dicono a Signa.

ZITA

Ma in somma possiamo sapere...
che diamine dicono a Signa?

BETTO

Ci son delle voci... dei mezzi discorsi...
Dicevan iersera dal Cisti fornaio:
"Se Buoso crepa, pei frati è manna!
Diranno: pancia mia, fatti capanna!"
E un altro: sì, sì, nel testamento
ha lasciato ogni cosa ad un convento!

SIMONE

(A metà di questo discorso si è sollevato
anche lui ed ha ascoltato)

Ma che? Chi lo dice?

BETTO

Lo dicono a Signa.

SIMONE

Lo dicono a Signa?

TUTTI

Lo dicono a Signa!

(Un silenzio. Ora i parenti sono, sì, sempre
in ginocchio, ma bene eretti sul busto)


GHERARDO

O Simone?

LA CIESCA

Simone?

ZITA

Parla, tu se' il più vecchio...

MARCO

Tu se' anche stato podestà a Fucecchio...

ZITA

Che ne pensi?

MARCO

Che ne pensi?

SIMONE

(Riflette un istante, poi, gravemente)

Se il testamento è in mano d'un notaio...
Chi lo sa? Forse è un guaio!
Se però ce l'avesse lasciato in questa stanza,
guaio pei frati, ma per noi: speranza!

TUTTI
(Tranne Simone)

Guaio pei frati,
ma per noi speranza!

(Tutti istintivamente si alzano di scatto.
Gherardo torna ora in scena senza il ragazzo)


RINUCCIO

(Fra sé)

O Lauretta, amore mio,
speriam nel testamento dello zio!

(E' una ricerca febbrile. Fruscio di pergamene buttate
all'aria. Betto, scacciato da tutti, vagando per la stanza
adocchia sul tavolo il piatto d'argento col sigillo
d'argento e le forbici pure d'argento. Cautamente
allunga una mano. Ma dal fondo si ode un falso
allarme di Simone che crede di aver trovato il
testamento)


SIMONE

Ah!

(Tutti si voltano. Betto fa il distratto. Simone
guarda meglio una pergamena)


No. Non è!

(Si riprende la ricerca. Betto agguanta le forbici e
il sigillo; li striscia al panno della manica dopo averli
rapidamente appannati col fiato, li guarda e li mette
in tasca. Ora tenta di trafugare il piatto. Ma un falso
allarme di Zita fo voltare tutti)


ZITA

Ah!

(Guarda meglio)


No. Non c'è!

(Si riprende la ricerca. Betto agguanta anche il
piatto e lo mette sotto il vestito tenendolo assicurato
col braccio)


ZITA, LA CIESCA, NELLA

No! Non c'è!

GHERARDO

Dove sia?

MARCO

Dove sia?

SIMONE, BETTO

No! Non c'è!

RINUCCIO

Salvàti! Salvàti!
Il testamento di Buoso Donati!

(Tutti accorrono con le mani protese per prendere il
testamento, ma Rinuccio mette il rotolo di pergamena
nella sinistra, protende la destra come per fermare lo
slancio dei parenti e, mentre tutti sono in un'ansia
spasmodica)


Zia, l'ho trovato io!
Come compenso, dimmi se lo zio, povero zio!
m'avesse lasciato bene bene
se tra poco si fosse tutti ricchi
in un giorno di festa come questo,
mi daresti il consenso di sposare
la Lauretta figliola dello Schicchi?
Mi sembrerà più dolce il mio redaggio
potrei sposarla per Calendimaggio!

TUTTI

(Tranne Zita)

Ma sì!
Ma sì!
C'è tempo a riparlarne!

RINUCCIO

Potrei sposarla per Calendimaggio!

MARCO, GHERARDO

Qua, presto il testamento!

LA CIESCA

Non lo vedi che si sta colle spine sotto i piedi?

RINUCCIO

Zia!...

ZITA

Se tutto andrà come si spera,
sposa chi vuoi, sia pure la versiera!

(Rinuccio dà a Zita il testamento; tutti seguono Zita
che va al tavolo. Cerca le forbici per tagliere i nastri
del rotolo, non trova né forbici né piatto. Guarda
intorno i parenti; Betto fa una fisionomia incredibile.
Zita strappa il nastro con le mani. Apre. Appare una
seconda pergamena che avvolge ancora il testamento)


RINUCCIO

Ah! lo zio mi voleva tanto bene,
m'avrà lasciato colle tasche piene!

(A Gherardino, che è tornato ora in scena)


Corri da Gianni Schicchi,
digli che venga qui colla Lauretta:
c'è Rinuccio di Buoso che l'aspetta!

(Gli dà due monete)


A te due popolini:
comprati i confortini!

(Gherardino corre via)


ZITA

(legge)

"Ai miei cugini Zita e Simone!"

SIMONE

Povero Buoso!

ZITA

Povero Buoso!

SIMONE

(In un impeto di riconoscenza accende anche
le tre candele del candelabro spento)

Tutta la cera tu devi avere!
Insino in fondo si deve struggere!
Sì! godi, godi! Povero Buoso!

TUTTI

Povero Buoso!
Se m'avesse lasciato questa casa!
E i mulini di Signa!
Poi la mula!
Se m'avesse lasciato...

ZITA

Zitti! È aperto!

(Zita col il testamento in mano, vicino al tavolo. Marco
e Betto sono salati sopra una sedia. A un tratto i visi si
cominciano a rannuvolare. Zita si lascia cadere seduta
sullo sgabello. Simone è il primo del gruppo impietrito,
che se muove; si volta vede davanti a sé le tre candele
accese, vi soffia su e le spegne; cala le sarge del letto
completamente; spegne poi tutti i candelabri. Gli altri
parenti lentamente vanno ciascuno a cercare una sedia
e vi seggono. Sono come impietriti con gli occhi
sbarrati, fissi; chi qua, chi là)


SIMONE

Dunque era vero! Noi vedremo i frati
ingrassare alla barba dei Donati!

LA CIESCA

Tutti quei bei fiorini accumulati
finire nelle tonache dei frati!

MARCO

Privare tutti noi d'una sostanza,
e i frati far sguazzar nell'abbondanza!

BETTO

Io dovrò misurarmi il bere a Signa
e i frati beveranno il vin di vigna!

NELLA

Si faranno slargar spesso la cappa,
noi schianterem di bile, e loro pappa!

RINUCCIO

La mia felicità sarà rubata
dall' "Opera di Santa Reparata!"

GHERARDO

Aprite le dispense dei conventi!
Allegri, frati, ed arrotate i denti!

(mettendo tutto in disordine)


ZITA

Eccovi le primizie di mercato!
Fate schioccar la lingua col palato!
A voi, poveri frati! Tordi grassi!

SIMONE

Quaglie pinate!

NELLA

Lodole!

GHERARDO

Ortolani!

ZITA

Beccafichi!

SIMONE

Quaglie pinate! O che ingrassate!

ZITA

Ortolani!

BETTO

E galletti!

TUTTI

Galletti?... Gallettini!!

RINUCCIO

Galletti di canto tenerini!

TUTTI

E con le facce rosse e ben pasciute,
schizzando dalle gote la salute
ridetevi di noi: ah! ah! ah! ah!
Eccolo là un Donati!
ah! ah! ah! Eccolo là!
Eccolo là un Donati!
ah! ah! ah! Eccolo là!
E la voleva lui l'eredità!
Ridete, o frati,
ridete alla barba dei Donati!
Ah! ah! ah! ah! ah! ah! ah!

(Erompendo a pugni stretti. Cadono ancora a sedere.
Pausa. Ora c'è chi piange sul serio)


ZITA

(fra sé)

Chi l'avrebbe mai detto
che quando Buoso andava al cimitero,

(piangendo)


si sarebbe pianto per davvero!

ZITA, LA CIESCA, NELLA

E non c'è nessun mezzo...

SIMONE, BETTO

...per cambiarlo?

ZITA, MARCO

...per girarlo?...

LA CIESCA, NELLA, BETTO

...addolcirlo?

MARCO

O Simone, Simone?

ZITA

Tu sei il più vecchio!...

MARCO

Tu se' anche stato podestà a Fucecchio!...

(Simone fa un gesto come per dire: impossibile!)


RINUCCIO

C'è una persona sola che ci può consigliare,
forse salvare...

TUTTI

Chi?

RINUCCIO

Gianni Schicchi!

(gesto di disillusione generale)


ZITA

(furibonda)

Di Gianni Schicchi,
della figliola,
non vo' sentirne
parlar mai più!
E intendi bene!...

GHERARDINO

(Entra di corsa urlando)

E qui che viene!

TUTTI

Chi?

GHERARDINO

Gianni Schicchi!

ZITA

Chi l'ha chiamato?

RINUCCIO

Io l'ho mandato,
perchè speravo...

LA CIESCA, NELLA

(mormorando)

È proprio il momento
d'aver Gianni Schicchi
tra i piedi

ZITA

(interrompendolo)

Ah! bada! se sale,
gli fo ruzzolare
le scale!

MARCO, SIMONE

(mormorando)

È proprio il momento
d'aver Gianni Schicchi
fra i piedi!

GHERARDO

(A Gherardino)

Tu devi obbedire
soltanto a tuo padre:
là! là!

(Sculaccia Gherardino e lo caccia nella
stanza a destra in cima alla scala)


SIMONE

Un Donati sposare la figlia d'un villano!

ZITA

D'uno sceso a Firenze dal contado!
Imparentarsi colla gente nova!...
Io non voglio che venga! Non voglio!

RINUCCIO

Avete torto!
È fine!... astuto...
Ogni malizia
di leggi e codici
conosce e sa.
Motteggiatore!... Beffeggiatore!...
C'è da fare una beffa nuova e rara?
È Gianni Schicchi che la prepara!
Gli occhi furbi gli illuminan di riso lo strano viso,
ombreggiato da quel suo gran nasone
che pare un torrachione per così!
Vien dal contado? Ebbene? Che vuol dire?
Basta con queste ubbie grette e piccine!
Firenze è come un albero fiorito
che in piazza dei Signori ha tronco e fronde,
ma le radici forze nuove apportano
dalle convalli limpide e feconde!
E Firenze germoglia ed alle stelle
salgon palagi saldi e torri snelle!
L'Arno, prima di correre alla foce,
canta baciando piazza Santa Croce,
e il suo canto è sì dolce e sì sonoro
che a lui son scesi i ruscelletti in coro!
Così scendanvi dotti in arti e scienze
a far più ricca e splendida Firenze!
E di val d'Elsa giù dalle castella
ben venga Arnolfo a far la torre bella!
E venga Giotto dal Mugel selvoso,
e il Medici mercante coraggioso!
Basta con gli odi gretti e coi ripicchi!
Viva la gente nova e Gianni Schicchi!

(Si bussa alla porta)


È lui!

(Rinuccio apre; entrano Gianni Schicchi e Lauretta)


GIANNI SCHICCHI

(Si sofferma sull'uscio: dà un'occhiata
ai parenti. Fra sé)

Quale aspetto sgomento e desolato!...
Buoso Donati, certo è migliorato!

RINUCCIO

(fra sé)

Lauretta!

LAURETTA

(fra sé)

Rino!

RINUCCIO

(sottovoce)

Amore mio!

LAURETTA

(sottovoce)

Perchè sì pallido?

RINUCCIO

Ahimè, lo zio...

LAURETTA

Ebbene, parla...

RINUCCIO

Amore, amore, quanto dolore!

LAURETTA

Quanto dolore!

(Gianni lentamente avanza verso Zita che gli volta le
spalle; avanzando vede i candelabri intorno al letto)


GIANNI SCHICCHI

Ah! Andato?

(fra sé)


Perchè stanno a lacrimare?
Ti recitano meglio d'un giullare!

(forte, con intonazione falsa)


Ah! comprendo il dolor di tanta perdita...
Ne ho l'anima commossa...

GHERARDO

Eh! la perdita è stata proprio grossa!

GIANNI SCHICCHI

Eh! son cose... Mah!... Come si fa!...
In questo mondo una cosa si perde... una si trova;...
si perde Buoso..., c'è l'eredità!...

ZITA

(Gli si avventa come una bestia feroce)

Sicuro! Ai frati!

GIANNI SCHICCHI

Ah! diseredati?

ZITA

Diseredati! Sì, sì, diseredati!
E perciò velo canto:
pigliate la figliola,
levatevi di torno,
io non do mio nipote
ad una senza dote!

RINUCCIO

O zia, io l'amo, l'amo!

LAURETTA

Babbo, babbo, lo voglio!

GIANNI SCHICCHI

Figliola, un po' d'orgoglio!

ZITA

Non me n'importa un corno!

GIANNI SCHICCHI

Brava la vecchia! Brava!
Per la dote sacrifichi
mia figlia e tuo nipote!
Vecchia taccagna!
Stillina! Sordida!
Spilorcia! Gretta!

LAURETTA

Rinuccio non lasciarmi!
Ah! Tu me l'hai giurato
sotto la luna a Fiesole!
quando tu m'hai baciato!

RINUCCIO

Lauretta mia, ricordati!
Tu m'hai giurato amore!
E quella sera Fiesole
sembrava tutto un fiore!

RINUCCIO, LAURETTA

Addio, speranza bella,
s'è spento ogni tuo raggio;
non ci potrem sposare
per il Calendimaggio!

RINUCCIO

(a Zita)

O zia, la voglio!
Amore! Amore!

LAURETTA

(A Gianni)

Babbo, lo voglio!
Amore! Amore!

ZITA

(tirando a Rino a destra)

Anche m'insulta!
Senza la dote
non do il nipote,
non do il nipote!
Rinuccio, vieni
lasciali andare,
sarebbe un volerti
rovinare!
Ma vieni!, Vieni!...
Ed io non voglio,
ed io non voglio!
Via, via di qua!

GIANNI SCHICCHI

(tirando Lauretta verso la porta)

Vieni, Lauretta,
rasciuga gli occhi,
sarebbe un parentado
di pitocchi!
Ah! vieni, vieni!
Un po' d'orgoglio,
un po' d'orgoglio!
Via, via di qua!

(I parenti restano neutrali e si limitano ad
esclamare di tanto in tanto)


PARENTI

Anche le dispute fra innamorati!
Proprio il momento! Pensate al testamento!

(Gianni, quasi sulla porta, è per portar via Lauretta)


RINUCCIO

(Liberandosi)

Signor Giovanni,
rimanete un momento!

(a Zita)


Invece di sbraitare,
dategli il testamento!

(A Gianni)


Cercate di salvarci!
A voi non può mancare
un'idea portentosa, una trovata,
un rimedio, un ripiego, un espediente!

GIANNI SCHICCHI

(accennando ai parenti)

A pro di quella gente!
Niente! Niente! Niente!

LAURETTA

(gli si inginocchia davanti)

O mio babbino caro,
mi piace è bello, bello;
vo' andare in Porta Rossa
a comperar l'anello!
Sì, sì, ci voglio andare!
e se l'amassi indarno,
andrei sul Ponte Vecchio,
ma per buttarmi in Arno!
Mi struggo e mi tormento!
O Dio, vorrei morir!
Babbo, pietà, pietà!

(piange. Una pausa)


GIANNI SCHICCHI

Datemi il testamento!

(Rinuccio glielo dà. Gianni legge e cammina.
I parenti lo seguono con gli occhi)


GIANNI SCHICCHI

Niente da fare!

(I parenti lasciano Schicchi e si avviano
verso il fondo della scena)


LAURETTA, RINUCCIO

Addio, speranza bella,
dolce miraggio;
non ci potrem sposare
per il Calendimaggio!

GIANNI SCHICCHI

(riprende a leggere e a camminare)

Niente da fare!

(I parenti si lasciano cadere sulle sedie)


LAURETTA, RINUCCIO

Addio, speranza bella,
s'è spento ogni tuo raggio.

GIANNI SCHICCHI

(Tonante)

Però!...

/Tutti i parenti si alzano di scatto e corrono a Gianni)


LAURETTA, RINUCCIO

Forse ci sposeremo
per il Calendimaggio!

(Gianni si ferma nel mezzo della scena col viso
aggrottato, gesticola parcamente guardando
avanti a sé. Tutti sono intorno a lui)


TUTTI

(con filo de voce)

Ebbene?

GIANNI SCHICCHI

(infantile)

Laurettina!
Va sui terrazzino;
porta i minuzzolini all'uccellino.

(e perché Rinuccio la vorrebbe seguire, egli lo ferma)


Sola.

(Appena la figlia è fuori, egli si volge al gruppo
dei parenti sempre intorno a lui)


Nessuno sa che Buoso ha reso il fiato?

TUTTI

Nessuno!

GIANNI SCHICCHI

Bene!
Ancora nessuno deve saperlo!

TUTTI

Nessuno lo saprà!

GIANNI SCHICCHI

(assalito da un dubbio)

E i servi?

ZITA

Dopo l'aggravamento...
in camera... nessuno!

GIANNI SCHICCHI

(a Marco e a Gherardo)

Voi due portate il morto e i candelabri
là dentro nella stanza di rimpetto!

(a Ciesca e Nella)


Donne! Rifate il letto!

LE DONNE

Ma...

GIANNI SCHICCHI

Zitte. Obbedite!

(Si bussa alla porta)


TUTTI

Ah!

(Tutti si fermano, sorpresi)


GIANNI SCHICCHI

(contrariatissimo, con voce soffocata)

Chi può essere? Ah!

ZITA

(a bassa voce)

Maestro Spinelloccio il dottore!

GIANNI SCHICCHI

Guardate che non passi!
Ditegli qualche cosa...
che Buoso è migliorato e che riposa.

(Betto va a chiudere le persiane e rende semioscura
la stanza. Tutti si affollano intorno alla porta e la
schiudono appena)


SPINELLOCCIO

(accento bolognese)

L'è permesso.

TUTTI

Buon giorno,
Maestro Spinelloccio!
Va meglio!
Va meglio!
Va meglio!

SPINELLOCCIO

Ha avuto il benefissio?

TUTTI

Altro che!
Altro che!

SPINELLOCCIO

A che potensa
l'è arrivata la scienza!
Be', vediamo, vediamo!

(per entrare)


TUTTI

(fermandolo)

No! riposa!

SPINELLOCCIO

(insistendo)

Ma io...

GIANNI SCHICCHI

(seminascosto fra le sarge del letto, contraffacendo
la voce di Buoso, tremolante)

No! No! Maestro Spinelloccio!...

(alla voce del morto i parenti danno un traballone,
poi si accorgono che è Gianni che contraffà la voce
di Buoso. Ma nel traballone a Betto è scivolato il
piatto d'argento e gli è caduto)


SPINELLOCCIO

Oh! Messer Buoso!

GIANNI SCHICCHI

Ho tanta voglia di riposare...
potreste ripassare questa sera?
son quasi addormentato...

SPINELLOCCIO

Si. Messer Buoso!
Ma va meglio?

GIANNI SCHICCHI

Da morto son rinato!
A sta sera!

SPINELLOCCIO

A sta sera!

(ai parenti)


Anche all voce sento: è migliorato!
Eh! a me non è mai morto un ammalato!
Non ho delle pretese,
il merito l'è tutto
della scuola bolognese!
A questa sera!

TUTTI

A stasera, Maestro!

SPINELLOCCIO

A questa sera!

(uscito il dottore, si riapre la finestra; ancora
tutta luce in scena; i parenti si volgono a Gianni)


GIANNI SCHICCHI

Era eguale la voce?

TUTTI

Tale e quale!

GIANNI SCHICCHI
Ah! Vittoria! Vittoria!
Ma non capite?...

TUTTI

No!

GIANNI SCHICCHI

Ah!... che zucconi!
Si corre dal notaio.

(veloce, affannato)


"Messer notaio, presto,
Via da Buoso Donati!
C'è un gran peggioramento!
Vuol fare testamento!
Portate su con voi le pergamene,
presto, messere, se no è tardi!..."

(naturale)


Ed il notaio viene.
Entra:
la stanza è semi oscura,
dentro il letto intravede
di Buoso la figura!!
In testa la cappellina!
al viso la pezzolina!
Fra cappellina e pezzolina un naso
che par quello di Buoso e invece è il mio,
perchè al posto di Buoso ci son io.
Io, lo Schicchi con altra voce e forma!
Io falsifico in me Buoso Donati,
testando e dando al testamento norma!
O gente! questa matta bizzarria
che mi zampilla nella fantasia
è tale da sfidar l'eternità!!

TUTTI

(come strozzati dalla commozione,
non trovando le parole)

Schicchi! Schicchi! Schicchi!

(gli baciano le mani)


Schicchi! Schicchi!

(gli baciano le vesti)


Schicchi! Schicchi!

ZITA

(A Rinuccio)

Va', corri dal notaio!

(Rinuccio esce correndo)


I PARENTI

(si abbracciano, si baciano con grande effusione)

Caro Gherardo!
O Marco!
O Ciesca!
O Nella!
Zita, Zita!
Simone!

GIANNI SCHICCHI

(fra sé)

Oh, quale commozione!

TUTTI

Oh! giorno d'allegrezza!
La beffa ai frati è bella!
Com'è bello l'amore fra i parenti!

SIMONE

O Gianni, ora pensiamo
un po' alla divisione:
i fiorini in contanti...

TUTTI

In parti eguali!

(Gianni dice sempre di sì con la testa)


SIMONE

A me i poderi di Fucecchio.

ZITA

A me quelli di Figline.

BETTO

A me quelli di Prato.

GHERARDO

A noi le terre d'Empoli.

MARCO

A me quelle di Quintole.

BETTO

A me quelli di Prato.

SIMONE

E quelle di Fucecchio.

ZITA

Resterebbero ancora:
la mula, questa casa
e i mulini di Signa.

MARCO

Son le cose migliore...

(i parenti cominciano a guardarsi in cagnesco)


SIMONE

(falsamente ingenuo)

Ah! capisco, capisco!
perchè sono il più vecchio
e sono stato podestà a Fucecchio,
volete darli a me!
Io vi ringrazio!

ZITA

No, no, no, no! Un momento!
Se tu se' vecchio peggio per te,
peggio per te!

ALCUNI

Sentilo, sentilo, il podestà!
Vorrebbe il meglio dell'eredità!

GIANNI SCHICCHI

(fra sé, ridendo)

Quanto dura l'amore fra i parenti!

TUTTI

La casa, la mula, i mulini di Signa, toccano a me!
La mula, la casa, i mulini di Signa, toccano a me!
La mula, la casa, i mulini di Signa, toccano a me!
Di Signa i mulini, la mula, la casa, toccano a me!
La mula, i mulini di Signa, la casa, toccano a me!
La mula...
I mulini...
La casa...
Di Signa...

(Si odono i rintocchi di una campana che suona
a morto. Tutti cessano di gridare)


L'hanno saputo!

(ascoltando la campana, con voce soffocata)


Hanno saputo che Buoso è crepato!

(Gherardo corre alla porta e scende
le scale a precipizio)


GIANNI SCHICCHI

Tutto crollato!

LAURETTA

(affacciandosi da sinistra)

Babbo, si può sapere?..
L'uccellino non vuole più minuzzoli...

GIANNI SCHICCHI

(nervoso)

Ora dàgli da bere!

(Lauretta rientra)


GHERARDO

(risale affannoso, non può parlare. Fa segno di no)

È preso un accidente
al moro battezzato
del signor capitano!

TUTTI

(allegramente)

Requiescat in pace!

SIMONE

(con autorità)

Per la casa, la mula, i mulini
propongo di rimetterci all giustizia,
all'onestà di Schicchi!

TUTTI

Rimettiamoci a Schicchi!

GIANNI SCHICCHI

Come volete!
Datemi i panni per vestirmi.
Presto! Presto!

(Zita e Nella prendono dall'armadio e dalla
cassapanca, che è in fondo al letto, la cappellina,
la pezzolina e la camicia)


ZITA

Ecco la cappellina!

(a bassa voce, a Schicchi)


Se mi lasci la mula,
questa casa, i mulini di Signa,
ti do trenta fiorini!

GIANNI SCHICCHI

(sottovoce)

Sta bene!

(Zita si allontana fregandosi le mani)


SIMONE

(avvicinandosi con fare distratto a Schicchi;
a bassa voce)

Se lasci a me la casa,
la mula ed i mulini,
ti do cento fiorini!

GIANNI SCHICCHI

Sta bene!

BETTO
(furtivo a Schicchi)

Gianni, se tu mi lasci questa casa,
la mula ed i mulini di Signa,
ti gonfio di quattrini!

GIANNI SCHICCHI

Sta bene!

(Nella parla a parte con Gherardo
e La Ciesca con Marco)


NELLA

Ecco la pezzolina!

(a bassa voce)


Se lasci a noi la mula,
i mulini di Signa e questa casa,
a furia di fiorini ti s'intasa!

GIANNI SCHICCHI

Sta bene!

(Nella va da Gherardo, gli parla all'orecchio
e tutti e due si fregano le mani)


LA CIESCA

Ed ecco la camicia!

(a bassa voce)


Se ci lasci la mula,
i mulini di Signa e questa casa,
per te mille fiorini!

GIANNI SCHICCHI

Sta bene!

(La Ciesca va da Marco, gli parla all'orecchio
e tutti e due si fregano le mani. Gianni si infila
la camicia. Quindi con lo specchio in mano si
accomoda la pezzolina e la cappellina cambiando
l'espressione del viso come per trovare
l'atteggiamento giusto. Gherardo sbarazza il tavolo
a cui dovrà sedere il notaio. Marco e Betto tirano
le sarge del letto e ravviano la stanza)


ZITA

È bello portentoso!
Chi vuoi che non s'inganni?
È Gianni che fa Buoso?
È Buoso che fa Gianni?
il testamento è odioso?
Un camicion maestoso,
il viso, il viso dormiglioso,
il naso, poderoso,
l'accento lamentoso, ah!

LA CIESCA

Fa' presto, bambolino,
ché ci deve andar a letto.
Se va bene il giochetto
ti diamo un confortino!
L'uovo divien pulcino,
il fior diventa frutto,
i frati mangian tutto,
ma il fate impoverisce
La Ciesca s'arricchisce, ah!

NELLA

Spogliati, bambolino,
ché ti mettiamo in letto.
E non aver, non aver dispetto,
se cambi il camicino!
Si spiuma il canarino
il volpe cambia pelo,
il ragno ragnatela,
il cane cambia cuccia,
la serpe cambia buccia.

ZITA, LA CIESCA, NELLA

E il buon Gianni
cambia i panni,
cambia viso,
muso e naso,
cambia accento
e testamento
pero poterci servir!

GIANNI SCHICCHI

Vi servirò a dover!
Contente vi farò!

ZITA, LA CIESCA, NELLA

Bravo così!
Proprio così!
O Gianni, Gianni, nostro salvator!
È preciso!

GLI UOMINI

Perfetto!

TUTTI

A letto! A letto!

(spingono Gianni verso il letto, ma egli li ferma
con un gesto quasi solenne)


GIANNI SCHICCHI

Prima un avvertimento!
O Signori, giudizio!
Voi lo sapete il bando?
"Per chi sostituisce se stesso
in luogo d'altri in testamenti
e lasciti, per lui e per i complici
c'è il taglio della mano
e poi l'esilio!"
Ricordatelo bene! Se fossimo scoperti.
la vedete Firenze?

(accennando la torre di Arnolfo che appare
al di là del terrazzo)


Addio, Firenze, addio cielo divino,
io ti saluto con questo moncherino,
e vo randagio come un Ghibellino!

TUTTI

(Soggiogati, impauriti, ripetono)

Addio, Firenze, addio cielo divino,
io ti saluto con questo moncherino,
e vo randagio come un Ghibellino!

(Si bussa. Gianni schizza a letto; i parenti rendono
la stanza semioscura; mettono una candela accesa
sul tavolo dove il notaio deve scrivere; buttano un
mucchio di roba sul letto; aprono)


RINUCCIO

(entra)

Ecco il notaro!

NOTAIO, PINELLINO, GUCCIO

Messer Buoso, buon giorno!

GIANNI SCHICCHI

Oh! siete qui?
Grazie, messere Amantio!
O Pinellino calzolaio, grazie!
Grazie, Guccio tintore, troppo buoni,
troppo buoni di venirmi a servir da testimoni!

PINELLINO

(commosso)

Povero Buoso! Io l'ho sempre calzato!
vederlo in quello stato... vien da piangere!

GIANNI SCHICCHI

Il testamento avrei voluto
scriverlo con la scrittura mia,
me l'impedisce la paralisia...
Perciò volli un notaio,
solemne et leale!

(in tanto il notaio ha preso dalla sua cassetta le
pergamene, i bolli, ecc. e mette tutto sul tavolo)


NOTAIO

Oh! messer Buoso, grazie!
Dunque tu soffri di paralisia?

(Gianni allunga in alto le mani agitandole
tremolanti. Gesto di compassione di tutti)


Oh! poveretto!
Basta! I testi videro,
testes viderunt!
Possiamo incominciare...
Ma... i parenti?

GIANNI SCHICCHI

Che restino presenti!

NOTAIO

Dunque incomincio:
In Dei nomini, anno Dei nostri Jesu Christi
ab eius salutifera incarnatione
millesimo ducentesimo nonagesimo nono,
die prima septembris, indictione undecima,
ego notaro Amantio di Nicolao,
civis Florentiae, per voluntatem
Buosi Donati scribo hoc testamentum...

GIANNI SCHICCHI

Annullans, revocans,
et irritans omne aliud testamentum!

I PARENTI

Che previdenza!
Che previdenza!

NOTAIO

Un preambolo: dimmi, i funerali
il più tardi possibile
li vuoi ricchi? fastosi? dispendiosi?

GIANNI SCHICCHI

No, no, no! pochi quattrini!
Non si spendano più di due fiorini!

I PARENTI

Oh! che modestia!
Oh! che modestia!
Povero zio! Che animo!
Che cuore!
Gli torna onore!

GIANNI SCHICCHI

Lascio ai frati minori
e all'opera di Santa Reparata...

(I parenti, leggermente turbati, si alzano lentamente)


...¡cinque lire!

I PARENTI

(Tranquillizzati)

Bravo! Bravo!
Bisogna sempre pensare alla beneficenza!

NOTAIO

Non ti sembra un po' poco?...

GIANNI SCHICCHI

Chi crepa e lascia molto
alle congreghe e ai frati
fa dire a chi rimane:
"Eran quattrini rubati!"

I PARENTI

Che massime!
Che mente!
Che saggezza!

NOTAIO

Che lucidezza!

GIANNI SCHICCHI

I fiorini in contanti
li lascio in parti eguali
fra i parenti.

I PARENTI

Oh! grazie, zio!
Grazie, cugino!
Grazie, cognato!

GIANNI SCHICCHI

Lascio a Simone i beni di Fucecchio.

SIMONE

Grazie!

GIANNI SCHICCHI

Alla Zita i poderi di Figline

ZITA

Grazie, grazie!

GIANNI SCHICCHI

A Betto i campi di Prato.

BETTO

Grazie, cognato!

GIANNI SCHICCHI

A Nella ed a Gherardo i beni d'Empoli.

NELLA, GHERARDO

Grazie, grazie!

GIANNI SCHICCHI

Alla Ciesca ed a Marco i beni a Quintole.

LA CIESCA, MARCO

Grazie!

TUTTI

(fra i denti)

Ora siamo alla mula,
alla casa ed ai mulini.

GIANNI SCHICCHI

Lascio la mula, quella che costa trecento fiorini,
che è la migliore mula di Toscana
al mio devoto amico... ¡Gianni Schicchi!

I PARENTI

Come? Come? Com'è?...

NOTARO

Mulam relinquit ejus amico devoto
Joanni Schicchi.

I PARENTI

Ma...

SIMONE

Cosa vuoi che gl'importi a
Gianni Schicchi di quella mula?

GIANNI SCHICCHI

Tienti bono, Simone!
Lo so io quel che vuole Gianni Schicchi!

I PARENTI

Ah! furfante, furfante, furfante!

GIANNI SCHICCHI

Lascio la casa di Firenze
al mio devoto affezionato amico Gianni Schicchi!

I PARENTI

Ah! basta, basta!
Un accidente,
a Gianni Schicchi!
A quel furfante!
Ci ribelliamo!
Ci ribelliamo!
Ah! Ah! Ah!

GIANNI SCHICCHI

Addio, Firenze,
addio, cielo divino,
io ti saluto,

(a questa vocina si calmano fremendo)


NOTARO

Non si disturbi del testator la volontà!

GIANNI SCHICCHI

Messer Amantio, io lascio a chi mi pare!
Ho in mente un testamento e sarà quello!
Se gridano, sto calmo e canterello...

Guccio, PINELLINO

Ah! che uomo!

GIANNI SCHICCHI

E i mulini di Signa...

I PARENTI

I mulini di Signa?...

GIANNI SCHICCHI

I mulini di Signa...

(gli parenti)


addio, Firenze!...

(a notaio)


li lascio al caro...

(gli parenti)


addio, cielo divino!...

(a notaio)


affezionato amico Gianni Schicchi!...

(gli parenti)


e ti saluto con questo moncherino!...
La, la, la, la, la, la, la, la...
Ecco fatto!

(I testi ed il notaio
sono un po' sorpresi)


Zita, di vostra borsa
date venti fiorini ai testimoni
e cento al buon notaio!

NOTARO

Messer Buoso, grazie!

(fa per avviarsi verso il letto, ma Gianni
l'arresta con un gesto della mano tremolante)


GIANNI SCHICCHI

Niente saluti. Andate, andate.
Siamo forti!...

NOTARO, PINELLINO, GUCCIO

(commossi, avviandosi verso la porta)

Ah! che uomo, che uomo!...
Che uomo!... Che perdita!

(ai parenti)


Coraggio!...

(escono)


(Appena usciti il notaio e i testi, i parenti restano
un istante in ascolto finché i tre si sono allontananti,
quindi tutti, tranne Rinuccio che è corso a raggiungere
Lauretta, sul terrazzino)


I PARENTI

Ladro, ladro, ladro, furfante, traditore,
birbante, iniquo, ladro, ladro,
furfante, birbante, traditore!

GIANNI SCHICCHI

Gente taccagna!

(afferrando il bastone di Buoso, che è
a capo del letto, dispensa colpi)


Vi caccio via di casa mia!
È casa mia!
Via, via!

TUTTI

Saccheggia! Saccheggia!
Bottino! Bottino!
Le pezze di lino!
La roba d'argento!
Saccheggia! saccheggia!

(I parenti corrono qua e là. Rubano. Tutti mano a
mano che son carichi, si affollano alla porta, scendono
le scale. La scena resta vuota)


Le pezze di tela! La roba d'argento!
La roba d'argento! Le pezze di tela!
La roba d'argento! Bottino! saccheggia!
Bottino! bottino! Saccheggia! saccheggia!
Saccheggia! saccheggia! Bottino! bottino!

(dal fondo apre di dentro le persiane del finestrone;
appare Firenze inondata dal sole; i due innamorati
restano sul terrazzo)


RINUCCIO

Lauretta mia,
staremo sempre qui!...
Guarda... Firenze è d'oro!
Fiesole è bella!

LAURETTA

Là mi giurasti amore!

RINUCCIO

Ti chiesi un bacio...

LAURETTA

Il primo bacio...

RINUCCIO

Tremante e bianca volgesti il viso...

LAURETTA, RINUCCIO

Firenze da lontano
ci parve il Paradiso!...

(Gianni torna risalendo le scale, carico
di roba che butta al suolo)


GIANNI SCHICCHI

La masnada fuggì!

(Gianni vede i due amanti, sorride, è commosso,
viene alla ribalta e accennando gli innamorati
berretta in mano)


(Parlando senza cantare)


Ditemi voi, signori, se i quattrini di Buoso potevan
finir meglio di così? Per questa bizzarria m'han
cacciato all'inferno... e così sia; ma con licenza
del gran padre Dante, se stasera vi siete divertiti,
concedetemi voi...

(fa il gesto di applaudire)


l'attenuante!

(si inchina graziosamen

(Dormitorio de Buoso Donati en su casa de
Florencia. Buoso acaba de morir y los parientes
rezan y sollozan en silencio)


ZITA

¡Pobre Buoso!

SIMÓN

¡Pobre primo!

RINUCCIO

¡Pobre tío!

LA CIESCA, MARCOS

¡Oh, Buoso!

NELLA, GERARDO

¡Buoso!

BETTO

¡Oh cuñado! ¡Oh cuña...

(Es interrumpido por Gerardito, que juega
ruidosamente. Los parientes con la excusa de
hacer callar al niño, hacen callar a Betto)


GERARDO

¡Lloraré por días y días!

(A Gerardito, que tira de su manga
y le dice algo al oído)


¡Tchit!

NELLA

¿Días?... ¡Por meses!

(A Gerardito, como antes)


¡Tchit!

LA CIESCA

¿Meses?... ¡Por años y años!

ZITA

¡Te lloraré toda la vida!

LA CIESCA, MARCOS

¡Pobre Buoso!

ZITA

(Empuja a Gerardito que se le ha acercado.
Se dirige a Nella y Gerardo)

¡Llévense a Gerardito! ¡Fuera!

(Gerardo se levanta, toma al niño de la mano y
lo arrastra fuera de la habitación)


ZITA, LA CIESCA, MARCOS
RINUCCIO, SIMÓN

¡Oh, Buoso, Buoso,
toda la vida lloraremos tu partida!

LA CIESCA

¡Lloraremos toda la vida!

RINUCCIO

¡Lloraremos!

ZITA

¡Buoso! ¡Buoso!

(Todos continúan orando. Betto, volviéndose,
murmura unas palabras a Nella en el oído)


NELLA

¡Pero cómo!... ¿En serio?

BETTO

Lo dicen en Signa.

RINUCCIO

(Volviéndose a Nella)

¿Qué dicen en Signa?

NELLA

Se dice que...

(le murmura en el oído)


RINUCCIO

¡Aaaah!

BETTO

Lo dicen en Signa.

LA CIESCA

(Volviéndose a Betto)

¿Qué dicen en Signa?

BETTO

Se dice que...

(Le murmura en el oído)


LA CIESCA

¡Nooooo!
¿Marcos, escuchas lo que dicen en Signa?
Se dice que...

(Le murmura en el oído)


MARCOS

¿Eeeeeeeeh?

BETTO

Lo dicen en Signa.

ZITA

¿Pero podríamos saber
qué diablos dicen en Signa?

BETTO

Son rumores... medias palabras...
Decían ayer, donde Cisti el panadero:
"¡Si Buoso muere, será el maná de los frailes,
pues se les quedará la panza pequeña!"
Y otro ratificó:
¡Sí, en el testamento ha dejado todo al convento!

SIMÓN

(Levantándose para escuchar
a los demás.

Pero... ¿qué?

BETTO

Lo dicen en Signa.

SIMÓN

¿Lo dicen en Signa?...

TODOS

¡Lo dicen en Signa!

(Silencio. Todos de rodillas pero con los
troncos erguidos)


GERARDO

¿Oh Simón?

LA CIESCA

¿Simón?

ZITA

Habla tú, que eres el más viejo...

MARCOS

Tú, que has sido concejal en Fucecchio...

ZITA

¿Qué piensas?

MARCOS

¿Qué piensas?

SIMÓN

(Reflexiona y luego dice con aire grave)

Si el testamento está en manos de un notario...
¿Quién sabe?...¡Mala suerte!
Pero si estuviera en esta habitación, mala suerte
para los frailes, pero para nosotros, ¡la esperanza!

TODOS

(Menos Simón)

Mala suerte para los frailes,
pero para nosotros ¡la esperanza!

(Todos se levantan instintivamente
de un salto. Gerardo regresa sin el niño)


RINUCCIO

(Para sí)

¡Oh Lauretta, amor mío,
confiemos en el testamento del tío!

(Todos van de aquí para allá buscando el
testamento. Gerardo se une a Nella en la
ferviente búsqueda. Betto ve una bandeja, un sello
y unas tijeras de plata que toma y, cautamente,
trata de esconder en sus mangas. Se oye el
grito de Simón que cree haber encontrado el
testamento)


SIMÓN

¡Ah!...

(Todos se detienen. Betto se hace el inocente.
Simón mira más detenidamente)


¡No!... ¡No es!

(Todos reemprenden la búsqueda. Betto esconde
el sello y las tijeras en sus mangas, no sin antes
haberlas revisado. Cuidadosamente trata de
acercarse a la bandeja, pero el grito de Zita
hace que todos se vuelvan)


ZITA

¡Ah!

(Observa mejor el folio que tiene en su mano)


¡Ah, no!... ¡No es!

(Vuelve a comenzar la búsqueda. Betto
aprovecha la confusión y roba la bandeja que
mete bajo sus ropas, sujetándola con la mano)


ZITA, LA CIESCA, NELLA

¡No!... ¡No es!

GERARDO

¿Dónde estará?

MARCOS

¿Dónde estará?

SIMÓN, BETTO

¡No!... ¡No es!

RINUCCIO

¡Salvados!... ¡Salvados!
¡El testamento de Buoso Donati!

(Todos corren hacia él estirando las
manos tratando de quitarle el testamento,
pero Rinuccio, asiéndolo fuertemente con la
mano, logra zafarse de todos, que permanecen
ansiosos y expectantes)


¡Tía, lo he encontrado yo!
¿Qué me habrá dejado el tío?...
¡Seguro que me ha dejado!...
¡Ahora todos seremos ricos!...
¡Oh día feliz, en el que al fin
podré obtener el consentimiento
para casarme con Lauretta, la hija de Schicchi!
¡La herencia me parecería aún más dulce
si pudiera desposarla el primero de mayo!

TODOS

(menos Zita)

¡Desde luego que sí!
¡Desde luego que sí!
¡Ya tendremos tiempo para hablarlo!

RINUCCIO

¡Podríamos casarnos el primero de mayo!

MARCOS, GERARDO

¡Rápido, el testamento!

LA CIESCA

¿No ves que estamos ansiosos?

RINUCCIO

¡Tía!...

ZITA

Si todo va como yo espero, podrás casarte con
quien quieras... ¡Hasta con la hija del demonio!

(Rinuccio da a Zita el testamento. Ésta busca
las tijeras para romper el sello de lacre, pero
no las encuentra. Mira inquisitivamente a los
parientes; la expresión de Betto es inescrutable.
Zita rompe el sello con la mano, y aparee un
segundo pergamino)


RINUCCIO

¡Ah, el tío me quería tanto que
me habrá dejado los bolsillos llenos!

(A Gerardito que ha regresado)


¡Corre donde Gianni Schicchi
y dile que venga con Lauretta!
¡Que Rinuccio, sobrino de Buoso, los espera!

(Le entrega dos monedas)


Toma, para ti estos dos popolinos...
¡Cómprate algunos dulces!

(Gerardito sale corriendo)


ZITA

(Leyendo)

"¡A mis primos Zita y Simón!"

SIMÓN

¡Pobre Buoso!

ZITA

¡Pobre Buoso!

SIMÓN

(En un impulso de gratitud, enciende
las tres velas del candelabro)

¡Toda la cera debe arder!
¡Sí, debe arder totalmente!
¡Es lo menos que se merece!... ¡Pobre Buoso!

TODOS

¡Pobre Buoso!...
¡Si me hubiera dejado esta casa!...
¡Y los molinos de Signa!...
¡Y la mula!...
¡Si me hubiera dejado...

ZITA

¡Silencio! ¡Ya está abierto!

(Todos se apretujan alrededor de Zita. Marcos
y Betto se han subido a unas sillas para ver
mejor. Todos leen en silencio. De pronto todos
los rostros se ensombrecen y adoptan una actitud
trágica. Zita cae pesadamente en la silla, dejando
caer el testamento. Todos están petrificados.
Simón, que es el primero en moverse, va hasta
el candelabro y sopla las velas para apagarlas.
Poco a poco, todos se sientan y quedan como
estatuas, mirando el infinito)


SIMÓN

¡Entonces era verdad! ¡Veremos a los frailes
engordar a costa de los Donati!

LA CIESCA

¡Todos esos lindos florines
terminarán en los hábitos de los frailes!

MARCOS

¡Todos nosotros privados de sustento
y los frailes nadando en la abundancia!

BETTO

¡Tendré que beber agua de Signa
y los frailes se beberán el vino de la viña!

NELLA

¡Tendrán que agrandar sus ropas!...
¡Nosotros arderemos de envidia y ellos de placer!

RINUCCIO

¡Mi felicidad me ha sido arrebatada
por "Obra de Santa Reparata"!

GERARDO

¡Abrid las despensas del convento!
¡Alegraos, frailes, afilad los dientes!

(buscando y revolviéndolo todo)


ZITA

¡Mirad, aquí está lo mejor del mercado!
¡No dejemos ni un bocado!...
¡A vuestra salud, frailes! ¡Pájaros gordiflones!

SIMÓN

¡Codornices!

NELLA

¡Pavos!

GERARDO

¡Verduras!

ZITA

¡Fresas!

SIMÓN

¡Qué codornices! ¡Oh, y qué gordas!

ZITA

¡Verduras!

BETTO

¡Y gallina!

TODOS

¿Gallina?... ¡Gallinitas!

RINUCCIO

¡Gallinas bien tiernas!

TODOS

Y con sus caras sonrojadas...
Con sus mejillas saludables...
¡Que se rían de nosotros! ¡Ja, ja, ja, ja!
¡Ahí va un Donati!
¡Ja, ja, ja! ¡Ahí va!
¡Ahí va un Donati!
¡Ja, ja, ja! ¡Ahí va!
¡Y querían la herencia!
¡Reíd, frailes,
reíd a costa de los Donati!
¡Ja, ja, ja, ja, ja, ja, ja!

(Su frenético baile llega al clímax; luego, poco a
poco cambian de actitud y empiezan a sollozar)


ZITA
(para sí)

Quién me habría dicho
que cuando Buoso se fuera al cementerio,

(rompiendo a llorar)


¡iba a llorar de verdad!

ZITA, LA CIESCA, NELLA

¿Y no habrá un modo...

BETTO,SIMÓN

...de cambiarlo?

ZITA, MARCOS

...de modificarlo?

LA CIESCA, NELLA BETTO

... de endulzarlo?

MARCOS

¡Oh Simón, Simón!

ZITA

¡Tú eres el más viejo!...

MARCOS

¡Tú, que has sido concejal en Fucecchio!...

(Simón hace un gesto como diciendo: imposible)


RINUCCIO

Hay sólo una persona que puede aconsejarnos...
y tal vez salvarnos...

TODOS

¿Quién?

RINUCCIO

¡Gianni Schicchi!

(Todos hacen un gesto de desaprobación)


ZITA

(Furiosa)

De Gianni Schicchi
y de su hija,
no quiero oír hablar
¡ni una palabra más!
¿Entendido?...

GERARDITO

(Entra corriendo)

¡Ahí viene!

TODOS

¿Quién?

GERARDITO

¡Gianni Schicchi!

ZITA

¿Quién lo ha llamado?

RINUCCIO

Yo lo he hecho,
porque esperaba...

LA CIESCA, NELLA

(Murmurando)

Éste es el peor momento
de tener a Gianni Schicchi...
¡entre las piernas!

ZITA

(interrumpiendo)

¡Ah, cuidado!
Si viene...
¡lo tiro por las escaleras!

MARCOS, SIMÓN

(Murmurando)

éste este el peor momento
de tener a Gianni Schicchi...
¡entre las piernas!

GERARDO

(A Gerardito)

Tú debes obedecer
sólo a tu padre:
¡Sube, sube!

(Empuja a Gerardito por la escalera hasta
el segundo piso)


SIMÓN

¡Un Donati casarse con la hija de un campesino!

ZITA

¡Un campesino recién llegado a Florencia!
¡Emparentarse con un advenedizo!...
¡No quiero que venga! ¡No quiero!

RINUCCIO

¡Estáis equivocados!
¡Es sagaz!...Astuto...
Conoce todos los resquicios
de las leyes y códigos.
¡Un bribón!...¡Un bromista!...
¿Hay una broma nueva, rara?
¡Es Gianni Schicchi quien la inventa!
¡Sus ojos pequeños
iluminan de risa su extraño rostro,
sombreando su gran narizota
¡que parece un torreón!
¿Viene del campo? ¡Pues Bien! ¿Qué os digo?
¡Ya basta de prejuicios ridículos!
Florencia es como un árbol florido;
en la plaza de La Señoría tiene el tronco y la copa,
pero las raíces que aportan la fuerza,
¡vienen de los hermosos valles!
¡Así puede germinar Florencia hacia las estrellas,
así se levantan sus palacios de sólidas torres!
El Arno, antes de morir en el mar,
canta al besar la plaza de la Santa Cruz
y su canto, es tan dulce y sonoro,
¡que a él se unen todas las aves a coro!
¡Las artes y las ciencias se unen
para hacer más rica y espléndida a Florencia!
¡Y desde el castillo del Valle d'Elsa
que venga Arnolfo a hacer la torre más bella!
¡Y vengan Giotto, desde el Mugel boscoso;
y los Médicis, comerciantes valerosos!
¡Basta con los prejuicios ridículos!
¡Vivan los advenedizos, como Gianni Schicchi!

(Se escucha un golpe en la puerta)

¡Es él!

(Rinuccio abre, Gianni y Lauretta entran)


GIANNI SCHICCHI

(estupefacto al ver a los desolados
parientes. Para sí))

Qué aspecto tan sombrío y desolado...
¡Buoso Donati, sin duda ha mejorado!

RINUCCIO

(para sí)

¡Lauretta!

LAURETTA

(para sí)

¡Rino!

RINUCCIO

(En voz baja)

¡Amor mío!

LAURETTA

(En voz baja)

¿Por qué tan pálido?

RINUCCIO

¡Ah, el tío!...

LAURETTA

¡Habla!...

RINUCCIO

¡Amor, amor, qué dolor!

LAURETTA

¿Qué dolor?

(Gianni avanza despacio hacia Zita; observa los
candelabros apagados que rodean la cama)


GIANNI SCHICCHI

¡Ah!... ¿Se fue?

(Para sí)


Entonces... ¿por qué lloran tanto?
¡Actúan mejor que en un estreno!

(Fuerte, con falso sentimiento)


¡Ah, comprendo el dolor por la querida pérdida!...
¡Tengo el alma destrozada!

GERARDO

¡Sí, la pérdida ha sido muy grande!

GIANNI SCHICCHI

Así son las cosas, pero... ya saben lo que se dice:
Cuando una cosa se pierde... otra se gana.
Se pierde Buoso, pero... ¡queda la herencia!

ZITA

(Saltando como un animal salvaje)

¡Es cierto!... ¡Para los frailes!

GIANNI SCHICCHI

¡Ah!... ¿Desheredados?

ZITA

¡Desheredados!... ¡Sí, sí!... ¡Desheredados!
Por eso te digo:
¡Toma a tu hija,
y vete,
yo no doy mi sobrino
a una sin dote!

RINUCCIO

¡Oh tía, la amo, la amo!

LAURETTA

¡Papá, papá, lo quiero!

GIANNI SCHICCHI

¡Hijita, un poco de orgullo!

ZITA

¡Me importa un comino!

GIANNI SCHICCHI
¡Bravo, vieja! ¡Bravo!
¡Por una dote sacrificas
a mi hija y a tu sobrino!
¡Vieja tacaña!
¡Miserable! ¡Sórdida!
¡Ave de rapiña! ¡Urraca!

LAURETTA

¡Rinuccio no me dejes!...
¡Ah, me lo juraste,
bajo la luna de Fiesole,
cuando me besaste!

RINUCCIO

Lauretta mía, recuerda...
¡Me juraste amor,
aquella florida noche,
en Fiesole!

RINUCCIO, LAURETTA

¡Adiós bella esperanza!
Tus rayos se han apagado...
¡No podremos casarnos
el primero de mayo!

RINUCCIO

(a Zita)

¡Ah tía, la amo!
¡Amor, amor!

LAURETTA

(a Gianni)

¡Papito, lo amo!
¡Amor, amor!

ZITA

(coge la mano de Rino y tira de él)

¡Encima me insulta!
Sin dote
no doy al sobrino,
¡no lo doy!
¡Renuccio, vamos,
déjala que se vaya!
¡No consentiré
que arruines tu vida!
¡Vamos, ven!...
¡Déjala ir!
¡No lo consentiré!
¡Fuera, fuera de aquí!

GIANNI SCHICCHI

(Empujando a Lauretta hacia la puerta)

¡Vete, Lauretta, vete!
Sécate los ojos...
¡Sería un parentesco
poco provechoso!
¡Vete, vete!
¡Un poco de orgullo,
un poco de orgullo!
¡Vete de aquí, vete!

(Los parientes han permanecido neutrales,
limitándose a exclamar, de tanto en tanto)


PARIENTES

Incluso aunque sea una disputa de enamorados...
¡En este el momento, pensad en el testamento!

(Gianni y Lauretta están para salir por la puerta)


RINUCCIO

(Soltándose)

¡Señor Giovanni,
espere un momento!

(a Zita)


¡En vez de estar gritando,
dale a leer el testamento!

(A Gianni)


¡Trate de salvarnos!
A usted no puede faltarle
una idea portentosa... un resquicio...
un remedio... ¡un argumento!

GIANNI SCHICCHI

(Señalando a los parientes)

En favor de esa gente...
¡Nunca! ¡Nunca! ¡Nunca!

LAURETTA

(Cayendo de rodillas ante Gianni)

¡Oh, papaito querido!
Me gusta... ¡es bello, es muy bello!
¡Quiero ir a la Porta Rossa
a comprar un anillo!
¡Sí, sí, allí quiero ir!
Y si mi amor fuese en vano,
¡iré al Ponte Vecchio,
para arrojarme al Arno!
¡Me consumo y me atormento!
¡Oh Dios, quisiera morir!
¡Papaito, piedad, piedad!

(Llora)


GIANNI SCHICCHI

¡Dadme el testamento!

(Rinuccio entrega el testamento a Gianni
que lo lee absorto)


GIANNI SCHICCHI

¡Nada que hacer!

(Los parientes comienzan a moverse
nerviosamente


LAURETTA
, RINUCCIO
¡Adiós bella esperanza,
dulce milagro;
no nos podremos casar
para el primero de mayo!

GIANNI SCHICCHI

(vuelve a pasear, leyendo más atentamente)

¡Nada que hacer!

(Los parientes se dejan caer en las sillas)


LAURETTA, RINUCCIO

¡Adiós bella esperanza!
Tus rayos se han apagado...

GIANNI SCHICCHI

(Como iluminado)

Pero...

(Los parientes se levantan y rodean a Gianni)


LAURETTA, RINUCCIO

¡Tal vez nos casaremos
para el primero de mayo!

(Schicchi, sin mayor emoción, se detiene en el
centro de la escena y hace un ligero gesto hasta
sonreír triunfante)


TODOS

(Tímidamente)

¿Y bien?...

GIANNI SCHICCHI

(Con voz infantil)

¡Lauretta!
Ve a la terracita
y llévale de comer al pajarito.

(Detiene a Rinuccio que quiere seguirla)


Sola.

(Tan pronto como Lauretta se ha ido,
Gianni se vuelve a los parientes)


¿Sabe alguien que Buoso ha estirado la pata?

TODOS

¡Nadie!

GIANNI SCHICCHI

¡Bien!
Entonces ¡nadie deberá saberlo!

TODOS

¡Nadie lo sabrá!

GIANNI SCHICCHI

(Asaltado por una duda)

¿Y los sirvientes?

ZITA

Después que se agravó
y se metió en la cama... ¡nadie!

GIANNI SCHICCHI

(A Marcos y Gerardo)

¡Vosotros dos, llevad al muerto y los candelabros
allá dentro, a la habitación de al lado!

(a Ciesca y Nella)


¡Mujeres! ¡Haced la cama!

MUJERES

Pero...

GIANNI SCHICCHI

¡Silencio!... ¡Obedeced!

(llaman a la puerta)


TODOS

¡Ah!

(Todos se detienen sorprendidos)


GIANNI SCHICCHI

(Con un hilo de voz)

¿Quién podrá ser?... ¡Ah!

ZITA

(en voz baja)

¡Maestro Spineloccio, el doctor!

GIANNI SCHICCHI

¡Cuidad que no entre!
Decidle cualquier cosa...
¡Que Buoso ha mejorado y que está durmiendo!

(Betto baja las persianas y deja la habitación
en penumbra. Todos se aglomeran en la puerta,
abriéndola solamente un poco)


SPINELLOCCIO

(Con acento de Bolonia)

Con permiso...

TODOS

¡Buenos días,
Maestro Spinelloccio!
¡Está mejor!
¡Está mejor!
¡Está mejor!

SPINELLOCCIO

¿Ha tenido alguna mejoría?

TODOS

¡Mucha!...
¡Mucha!...

SPINELLOCCIO

¡Ah, hasta dónde
ha llegado la ciencia!
¡Bien, veamos, veamos!...

(trata de entrar)


TODOS

(cerrándole el paso)

¡No!... ¡Está descansando!

SPINELLOCCIO

(Insistiendo)

Pero yo...

GIANNI SCHICCHI

(que se ha escondido tras las cortinas de la
cama, dice con voz falsa y temblona)

¡No! ¡No! ¡Maestro Spinelloccio!...

(Al escuchar la voz de Buoso, imitada por Gianni,
los parientes se asustan, pero pronto descubren la
realidad. Betto deja caer la bandeja de plata, Zita
la pone en la mesa y lo mira amenazante)


SPINELLOCCIO

¡Oh, Messer Buoso!

GIANNI SCHICCHI

Tengo tantos deseos de descansar...
¿Podríais pasar esta noche?
Ya estoy casi dormido...

SPINELLOCCIO
¡Sí, Messer Buoso!
Pero ¿está mejor?

GIANNI SCHICCHI

¡He vuelto a nacer!
¡Hasta esta noche!

SPINELLOCCIO

¡Hasta esta noche!

(A los parientes)


¡Incluso en la voz, se nota que ha mejorado!
¡Eh! ¡A mí no se me ha muerto ningún paciente!
No son presunciones,
todo el mérito es
¡de la escuela de Bolonia!
¡Hasta la noche!

TODOS

¡Hasta esta noche, maestro!

SPINELLOCCIO

¡Hasta la noche!

(Los parientes cierran la puerta. Gianni sale
de su escondite. Betto abre las ventanas)


GIANNI SCHICCHI

¿Era igual la voz?

TODOS

¡Tal cual!

GIANNI SCHICCHI

¡Ah, victoria!... ¡Victoria!
Pero... ¿no comprendéis?...

TODOS

¡No!

GIANNI SCHICCHI

¡Ah!...¡Qué brutos!
Se busca a un notario.

(Como simulando a alguien sin aliento)


"¡Señor notario, rápido,
vaya a casa de Buoso Donati!
¡Está muy grave!
¡Quiere hacer testamento!
¡Llevad con vos todo lo necesario!
¡Rápido, señor, no tarde!"

(Con su voz natural)


¡Y el notario viene y entra!
La habitación está semioscura,
dentro del lecho se distingue
la figura de Buoso Donati.
¡En la cabeza, el gorrito!
¡En el rostro, la bufanda!
Entre el gorrito y la bufanda
una nariz que parece la de Buoso,
pero es la mía,
porque en el puesto de Buoso estaré yo.
¡Yo, Schicchi, con otra voz y forma!
¡Y así, yo, suplantaré a Buoso Donati,
y haré un buen testamento!
¡Oh, gente, esta locura
que ha nacido de mi fantasía
será un ejemplo para la posteridad!

TODOS

(atontados por la emoción, los parientes rodean
a Gianni sin poder encontrar las palabras)

¡Schicchi! ¡Schicchi! ¡Schicchi!

(le besan las manos)


¡Schicchi! ¡Schicchi!

(le besan las ropas)


¡Schicchi! ¡Schicchi!

ZITA

(A Rinuccio)

¡Ve, corre a buscar al notario!

(Rinuccio sale corriendo)


LOS PARIENTES

(se besan y se abrazan)

¡Querido Gerardo!
¡Oh, Marcos!
¡Oh, Ciesca!
¡Oh, Nella!
¡Zita, Zita!
¡Simón!

GIANNI SCHICCHI

(Para sí)

¡Oh, qué conmoción!

TODOS

¡Oh, qué día de alegría!
¡Qué magnífica burla a los frailes!
¡Qué bello es el amor entre parientes!

SIMÓN

¡Oh Gianni, ahora pensemos
un poco en la partición!
Los florines contantes...

TODOS

¡A partes iguales!

(Gianni dice a todo que sí con la cabeza)


SIMÓN

A mí, la propiedad de Fucecchio.

ZITA

A mí, la de Figline.

BETTO

A mí, la de Prato.

GERARDO

A nosotros, la torre de Empoli.

MARCOS

A mí, la de Quintole.

BETTO

A mí, las de Prato.

SIMÓN

Y la de Fuccechio.

ZITA

Quedan ahora:
la mula, esta casa
y los molinos de Signa.

MARCOS

¡Son las más valiosas!...

(comienzan mirarse con cara de perros)


SIMÓN

(Con aire de inocencia)

¡Ah, comprendo, ya comprendo!
Puesto que soy el más viejo
y he sido concejal en Fucecchio,
me las queréis dar a mí...
¡Os lo agradezco!

ZITA

¡No, no, no, no! ¡Un momento!
Si eres viejo, peor para ti...
¡Peor para ti!

ALGUNOS

¡Vaya, vaya con el concejal!
¡Quería llevarse lo mejor de la herencia!

GIANNI SCHICCHI

(Para sí, riendo)

¡Cuánto dura el amor entre parientes!

TODOS

¡La casa, la mula y los molinos de Signa, para mí!
¡La mula, la casa y los molinos de Signa, para mí!
¡La mula, la casa y los molinos de Signa, para mí!
¡Los molinos de Signa, la mula y la casa, para mí!
¡La mula, los molinos de Sigan y la casa, para mí!
¡La mula...
¡Los molinos...
¡La casa...
¡Los de Signa...

(se oye el sonido de una campana funeraria.
Los parientes quedan asustados y confusos)


¡Lo han sabido!...

(con un hilo de voz)


¡Han sabido que Buoso ha muerto!

(Gerardo va hacia la puerta corriendo y
baja por las escaleras precipitadamente)


GIANNI SCHICCHI

¡Todo se ha echado a perder!

LAURETTA

(Reapareciendo en la terraza)

Papito, ¿qué hago?...
El pajarito no quiere comer más...

GIANNI SCHICCHI

(nervioso)

¡Ahora, dale de beber!

(Lauretta nuevamente desaparece por la terraza)


GERARDO

(vuelve sin aliento)

¡Al criado moro
del señor capitán,
le ha ocurrido un accidente!

TODOS

(Con alegría)

¡Que descanse en paz!

SIMÓN

(Con autoridad)

¡La casa, la mula y los molinos,
propongo que sean divididos
según la justicia y honestidad de Schicchi!

TUTTI

¡Lo dejaremos en manos de Gianni Schicchi!

GIANNI SCHICCHI

Como queráis.
¡Dadme las ropas para vestirme!
¡Rápido, rápido!

(Zita y Nella toman la casaca de dormir de
Buoso, la bufanda y el gorrito; que poco a poco
se los van pasando a Gianni)


ZITA

¡Aquí está el gorrito!

(En voz baja, a Schicchi)


Si me dejas la mula,
esta casa y los molinos de Signa,
te doy ¡treinta florines!

GIANNI SCHICCHI

(En voz baja)

¡Está bien!

(Zita se aleja frotándose las manos)


SIMÓN

(Haciéndose el distraído, se acerca a Gianni.
En voz baja)

Si me dejas la casa,
la mula y los molinos,
te doy ¡cien florines!

GIANNI SCHICCHI

¡Está bien!

BETTO

(Acercándose a Gianni, en voz baja)

Gianni, si me dejas esta casa,
la mula y los molinos de Signa,
¡te atragantaré de florines!

GIANNI SCHICCHI

¡Está bien!

(Nella habla en voz baja con Gerardo
y La Ciesca con Marcos)


NELLA

¡Aquí está la bufanda!

(En voz baja)


Si nos dejas la mula,
los molinos de Signa y esta casa,
¡te inundo de florines!

GIANNI SCHICCHI

¡Está bien!

(Nella se acerca a Gerardo, le dice algo al oído,
y ambos se frotan las manos con alegría)


LA CIESCA

¡Y aquí la camisa de dormir!

(En voz baja)


Si nos dejas la mula,
los molinos de Signa y esta casa,
¡te daré mil florines!

GIANNI SCHICCHI

¡Esta bien!

(La Ciesca se acerca a Marcos, le dice algo
al oído, y ambos se frotan las manos con
alegría. Gianni se pone la camisa de dormir,
luego, con un espejo en la mano hace gestos
como ensayando un papel frente al espejo. Simón
se acerca a la ventana para controlar la llegada
del notario. Gerardo limpia la mesa; Marcos y
Betto cierran las cortinas de la cama)


ZITA

¡Qué portentoso!
¡Podrás engañar a todos!
¿Es Gianni que hace de Buoso?
¿Es Buoso que hace de Gianni?
¡Todo sea por el odioso testamento!
Un camisón majestuoso,
el rostro... el rostro adormilado,
la nariz poderosa,
la voz lastimera. ¡Ah!

LA CIESCA

¡Mi niñito, rápido,
debes irte a la cama!
¡Si el juego sale bien,
te daremos un caramelo!
El huevo se convierte en pollo,
la flor en fruta,
los frailes, aunque comen de todo,
se convierten en pobres
¡y la Ciesca se hace rica! ¡Ah!

NELLA

¡Desnúdate, niñito,
que te acostaremos.
¡No te niegues, no, no,
ponte el camisón!
Cambia de plumas el canario,
la zorra cambia el pelo,
la araña hace una nueva tela,
el perro cambia de cama,
y la serpiente de piel.

ZITA, LA CIESCA, NELLA

Y el bueno de Gianni
cambia de ropa,
cambia de cara,
de nariz y boca,
cambia la voz
y el testamento
¡para podernos ayudar!

GIANNI SCHICCHI

¡Y os ayudaré bien!
¡Quedaréis contentos!

ZITA, LA CIESCA, NELLA

¡Muy bien!
¡Exactamente!
¡Oh Gianni, Gianni, nuestro salvador!
¡Es necesario!

LOS HOMBRES

¡Perfecto!

TODOS

¡A la cama!...¡A la cama!

(Empujan a Gianni a la cama, pero él los
detiene con un gesto solemne)


GIANNI SCHICCHI

¡Antes, una advertencia!
¡Oh señores, cuidado!
¿Conocéis la ley?
"¡Para quien sustituye y en lugar de otro
dicta un testamento,
para él y para sus cómplices,
se les cortará una mano
y luego el exilio!"
¡Recordadlo bien! Si somos descubiertos...
¿Veis Florencia?

(Apuntando a la torre de Arnolfo,
que se logra ver por el balcón)


¡Adiós Florencia, adiós cielo divino,
yo te saludo con este bracito manco,
voy desterrado como un gibelino!

TODOS

(Mirando nerviosos por la ventana)

¡Adiós Florencia, adiós cielo divino,
yo te saludo con este bracito manco,
voy desterrado como un gibelino!

(llaman a la puerta. Gianni salta a la cama;
los parientes oscurecen la habitación,
cerrando las cortinas. Encienden candelabros
y, finalmente, abren la puerta.)


RINUCCIO

(entrando)

¡Aquí está el notario!

NOTARIO, PINELLINO, GUCCIO

¡Señor Buoso, buenos días!

GIANNI SCHICCHI

¡Oh! ¿Estáis aquí?
¡Gracias, Señor Amantio!
¡Oh Pinellino, el zapatero, gracias!
¡Gracias, tintorero Guccio!
Sois muy amables al venir de testigos.

PINELLINO

(Conmovido)

¡Pobre Buoso! ¡Siempre le hice sus zapatos!
Verlo en este estado... ¡me dan ganas de llorar!

GIANNI SCHICCHI

El testamento hubiera querido
escribirlo con mi mano,
pero me lo impide la parálisis...
¡Por eso quería un notario,
serio y honrado!

(El notario ha puesto los papeles y
los sellos sobre la mesa)


NOTARIO

¡Oh, Señor Buoso, gracias!
Entonces ¿sufre de parálisis?

(Gianni levanta lentamente su mano temblorosa.
Los parientes hacen gestos de piedad)


¡Oh, pobrecito!
¡Basta! Los testigos lo han visto:
"¡testes viderunt!"
Podemos empezar...
Pero... ¿y los parientes?

GIANNI SCHICCHI

¡Que se queden!

NOTARIO

Entonces, comienzo:
In Dei nomini, anno Dei nostri Jesu Christi
ab eius salutifera incarnatione
millesimo ducentesimo nonagesimo nono,
die prima septembris, indictione undecima,
ego notaro Amantio di Nicolao,
civis Florentiae, per voluntatem
Buosi Donati scribo hoc testamentum...

GIANNI SCHICCHI

¡Anulo, revoco e invalido
todo testamento anterior!

LOS PARIENTES

¡Qué precavido!
¡Qué precavido!

NOTARIO

Un preámbulo: ¡Decidid, los funerales!
Que sena lo más tarde posible...
Los queréis ¿ricos? ¿fastuosos? ¿regios?

GIANNI SCHICCHI

¡No, no! ¡Tan solo unos pocos centavos!
¡Que no se gasten más de dos florines!

LOS PARIENTES

¡Oh, qué modestia!
¡Oh, qué modestia!
¡Pobre tío! ¡Qué ánimo!
¡Qué corazón!
¡Qué honorable!

GIANNI SCHICCHI

Dejo a los frailes menores
y a la obra de Santa reparada...

(Los parientes se levantan aterrados)


...¡cinco liras!

LOS PARIENTES

(Los parientes se vuelven a sentar con un suspiro)

¡Bravo! ¡Bravo!
¡Siempre es bueno pensar en la beneficencia!

NOTARIO

¿No le parece muy poco?...

GIANNI SCHICCHI

Quién muere y deja mucho,
hace que los curas y los demás
digan:
"¡Eran dineros robados!"

LOS PARIENTES

¡Qué frase!
¡Qué mente!
¡Qué sagaz!

NOTARIO

¡Qué lucidez!

GIANNI SCHICCHI

Los florines en efectivo,
los dejos en partes iguales
para mis parientes.

LOS PARIENTES

¡Oh, gracias tío!
¡Gracias, primo!
¡Gracias, cuñado!

GIANNI SCHICCHI

Dejo a Simón, la propiedad de Fucecchio.

SIMÓN

¡Gracias!

GIANNI SCHICCHI

A Zita, las propiedades de Figline.

ZITA

¡Gracias, gracias!

GIANNI SCHICCHI

A Betto, los campos de Prato.

BETTO

¡Gracias, cuñado!

GIANNI SCHICCHI

A Nella y Gerardo, mis bienes en Empoli.

NELLA, GERARDO

¡Gracias, gracias!

GIANNI SCHICCHI

A Ciesca y Marcos, mis bienes en Quintole.

LA CIESCA, MARCOS

¡Gracias!

TODOS

(en voz baja)

Ahora queda la mula,
la casa y los molinos.

GIANNI SCHICCHI

Dejo la mula, que cuesta trescientos florines,
y que es la mejor mula de Toscana
a mi devoto amigo... ¡Gianni Schicchi!

LOS PARIENTES

¿Cómo?... ¿Cómo?... ¿Cómo es eso?...

NOTARIO

Mulam relinquit ejus amico devoto
Joanni Schicchi.

LOS PARIENTES

Pero...

SIMÓN

¿Y qué puede importarle
a Gianni Schicchi esa mula?

GIANNI SCHICCHI

¡Calma, Simón!
¡Yo sé para qué quiere esa mula Gianni Schicchi!

LOS PARIENTES

¡Ah, bribón!

GIANNI SCHICCHI

¡Dejo la casa de Florencia
a mi devoto y afectuoso amigo Gianni Schicchi!

LOS PARIENTES

¡Ah!... ¡Basta, basta!
¡Muerte al bribón
de Gianni Schicchi!
¡Es un bribón!
¡Nos rebelamos!
¡Nos rebelamos!
¡Agh!... ¡Agh!...

GIANNI SCHICCHI

¡Adiós Florencia!...
¡Adiós cielo divino,
yo te saludo!...

(Al escuchar a Gianni, los parientes se calman)


NOTARIO

¡No se interfiera la voluntad del testador!

GIANNI SCHICCHI

¡Messer Amantio, yo dono a quien me parece!
¡He pensado un testamento y ése será!
Si esos gritan, yo estoy calmado y canturreo...

GUCCIO, PINELLINO

¡Ah! ¡Qué hombre!

GIANNI SCHICCHI

Los molinos de Signa...

LOS PARIENTES

¿Los molinos de Signa?...

GIANNI SCHICCHI

Los molinos de Signa...

(En voz baja a los parientes)


¡Adiós Florencia!....

(Al notario)


los dejo a mi querido...

(A los parientes)


¡Adiós cielo divino!....

(Al notario)


y afectuoso amigo ¡Gianni Schicchi!...

(A los parientes)


¡Yo te saludo con este brazo manquito!....
¡La, la, la, la, la, la, la!...
¡Eso es todo!

(Los testigos y el notario
están un poco sorprendidos)


¡Zita, de tu bolsa
dale veinte florines a los testigos
y cien al bueno del notario!

NOTARIO

¡Messer Buoso, gracias!

(Se acerca a la cama, pero Gianni lo detiene
con un gesto de su mano temblona)


GIANNI SCHICCHI

¡Nada de despedidas!... Iros, iros.
¡Sean fuertes!...

NOTARIO, PINELLINO, GUCCIO

(Dirigiéndose a la puerta)

¡Ah, qué hombre, qué hombre!...
¡Qué hombre!... ¡Qué pérdida!

(A los parientes)


¡Valor!

(Salen)


(Tan pronto como el notario y los testigos se han
retirado, los parientes se abalanzan sobre Gianni
quien trata de defenderse lo mejor que puede.
Rinuccio sale a la terraza donde está Lauretta)


LOS PARIENTES

¡Ladrón, ladrón, bribón, traidor,
bribón, inicuo, ladrón, ladrón,
bribón, bribón, traidor!

GIANNI SCHICCHI

¡Tacaños!

(Salta de la cama blandiendo el bastón de Buoso
con el que propina golpes a los parientes)


¡Fuera de aquí!...
¡Fuera de mi casa!
¡Fuera, fuera!

TODOS

¡Pillaje! ¡Pillaje!...
¡Botín! ¡Botín!...
¡La tela de lino!...
¡La plata!...
¡Pillaje! ¡Pillaje!...

(Los parientes corren por la habitación robando
todo lo que pueden. Gianni los expulsa y va tras
ellos escaleras abajo. La escena queda vacía)


¡Las telas!... ¡La plata!...
¡La plata!... ¡Las telas!...
¡La plata!... ¡Botín! ¡Pillaje!...
¡Botín! ¡Botín! ¡Pillaje! ¡Pillaje!...
¡Pillaje! ¡Pillaje! ¡Botín! ¡Botín!...

(Desde fuera, Rinuccio abre el gran ventanal
y aparece Florencia, bañada por el sol. Los
dos enamorados se abrazan en la terraza)


RINUCCIO

¡Lauretta mía,
estaremos siempre aquí!...
Mira... ¡Florencia es de oro!
¡Qué bello está Fiesole!

LAURETTA

¡Ahí, me juraste amor!

RINUCCIO

Te pedí un beso...

LAURETTA

El primer beso...

RINUCCIO

Temblorosa y pálida, volviste el rostro.

LAURETTA, RINUCCIO

¡Florencia desde lejos
parece el paraíso!

(Gianni regresa con algunas cosas
que logró recuperar de los parientes)


GIANNI SCHICCHI

¡Los ladrones huyeron!

(Gianni, viendo a los amantes, se conmueve,
sonríe y luego, quitándose su capa, se vuelve
al público)


(Hablando, sin cantar)


¿Díganme señores, si los centavos de Buoso
podían terminar mejor? ¿No es así? ¡Por esta
bromita me arrojaron al Infierno... ¡así sea!
Pero con permiso del gran padre Dante, si esta
noche se han divertido, concédanme...

(Hace un gesto de aplauso)


...¡un aplauso!

(hace una inclinación al público)